venerdì 24 maggio 2019

Leon - San Martin del Camino

Partenza alle ore 06.40 e arrivo alle 13.00 dopo 26.3km. Tappa noiosa. Lunga periferia di Leon e poi si é camminato di fianco alla strada provinciale. La temperatura non era male perché il sole é sempre temperato da un vento fresco alle mie spalle. L'unico fatto da segnalare é che ho visto le cicogne in volo che portavano da mangiare ai piccoli. Anche questa delle cicogne é una delle esperienze del cammino. 
Oggi per 20 chilometri ho camminato con una signora austriaca di nome Herta. La ho incontrata spesso nelle tappe precedenti e anche in alcuni ostelli e si era sempre mantenuta sulle sue. Prima di partire per Leon mi aveva chiesto dove avessi prenotato, ma poi lei si é recata in un altro albergo. La conversazione con lei é sempre stata minimal. Lei non parla inglese e il mio tedesco diventa sempre peggiore. Ieri me la sono ritrovata in albergo. Mi cercava perché aveva bisogno di aiuto. Aveva una infiammazione al tendine del piede sinistro, più seria della mia e aveva la caviglia gonfia. Mi ha  chiesto se la potevo accompagnare in ospedale per farle da traduttore. Così ne ho approfittato anche io per chiedere chiarimenti sul mio piede. Questo tipo di infiammazione é tipica del cammino. Per farla passare ci vorrebbe del ghiaccio tutti i giorni e tre settimane si riposo. Tuttavia i pellegrini ci convivono e la cura del riposo la fanno al loro ritorno. Poi traduzione in farmacia e poi il bendaggio. Insomma mi é toccato fare da interprete e infermiere. Oggi abbiamo camminato con estrema prudenza fermandoci spesso. Lei ha deciso di fermarsi dopo 20 km, fará un altra tappa e poi tornerà in Austria e riprenderà il cammino l'anno prossimo. Ora sono nell'ennesimo villaggio in mezzo al niente, chiuso in un mini ostello da 10 posti. Le facce degli altri pellegrini mi sono del tutto nuove, perché fermandomi per tre giorni a Leon, i vecchi sono andati avanti. Ieri notte non riuscivo a dormire, forse avevo mangiato poco e avevo fame. A mezzanotte mi sono rivestito e sono andato a cercare qualche cosa da mangiare. Fuori c'era il mondo. Bar e ristoranti pieni di gente di tutte le età. Ho chiesto un piatto di calamari fritti e il cameriere non ha fatto una piega. Li ho divorati in cinque minuti e sono tornato a dormire, mentre gli avventori erano ancora tutti la.
























3 commenti:

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  2. La dicitura che si legge nella prima foto è emblematica e riassuntiva, forse, di tutto lo spirito del percorso. Quale sia la fonte possiamo decidere ognuno di noi e cosa rappresenti il cammino anche. Di sicuro, e ne sono certo, una esperienza come questa non la si scorda mai e ti rimane dentro sempre. E non parlo solo del cammino in senso stretto ma, come ci stai raccontando, di tutto quello che avvolge questa avventura. Il dormire in luoghi non confortevoli, mangiare cose semplici (e non), condividere il dolore e la sofferenza, aiutare il prossimo che, insieme a te, segue il sentiero.... beh, veramente una grande cosa Oreste. Bravissimo e grazie della testimonianza.

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  3. Caro Oreste,
    ben tornato in cammino. Condivido ogni parola di Maurizio. Dispiace per la tua amica austriaca che è stata costretta ad abbandonare il cammino. Mi sembra di capire che anche lei si sia fermata tre giorni a Leon se siete arrivati insieme e partiti insieme. Per avere quella caviglia gonfia dopo tre giorni .... Ma hai capito bene l'austriaco? Perchè tu non parli il tedesco che è solo simile all'austriaco. Non oso pensare cosa sia uscito fuori da una conversazione austriaca interpretata come fosse tedesco in lingua inglese .... povera Herta ... chissà che gli avranno dato... :-)
    Non ci stai dando più notizie sullo stato delle tue gambe e del piede. Lo fai per non preoccuparci o perchè è tornato tutto ok?
    Mi raccomando niente colpi di testa vai piano sino alla meta senza esagerare.

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