sabato 8 giugno 2019

L'allegria contagiosa della Galizia vera











La serata a Santiago

Santiago é un porto di mare con pellegrini che vanno e vengono e si muovono come tante formiche operose. Turisti di tutte le nazionalità. La città, oltre al bellissimo centro storico dove scopro chiese sempre nuove, ha anche un centro con negozi eleganti e di livello. La storia millenaria, il Cammino di Santiago e una capacità di accoglienza di turisti pellegrini hanno portato ricchezza a questa città. La gente é cordiale e sempre sorridente e questa é una  caratteristica riscontrata in tutto il Cammino. In aggiunta, nonostante questo sovraffollamento, la città é pulitissima senza neanche un pezzo di carta per terra. Stessa situazione che ho riscontrato in tutti i villaggi e città che ho attraversato. Mi ha colpito il fatto che in ottocento chilometri non ho mai visto popò di  cane per terra...se penso ad alcune delle nostre città, il confronto é piuttosto impari. Oggi non ho fatto foto, ma vi mando un piccolo filmato del concerto che sto ascoltando sul sagrato laterale della cattedrale, di fronte ad una antichissima porta della chiesa. Buon ascolto.


























Un sabato diverso dal solito a Santiago di Compostela

Oggi ho trascorso la giornata con Esteban e Adelaide Perez. Esteban era un ufficiale venezuelano che ha fatto l'Accademia Navale con me. Non ci vedevamo dal 1986. Me lo ricordo come un ragazzo cordiale, concreto, serio e preparato come d'altronde tutti gli allievi venezuelani. Purtroppo la situazione nel loro Paese già alla fine del secolo scorso non era delle migliori, non vi erano certezze, la delinquenza dilaga e le prospettive non erano le migliori auspicabili. Con coraggio Adelaide, Esteban e due figli piccoli hanno deciso di tagliare il cordone ombelicale con il Venezuela e di trasferirsi a La Coruña in Galizia ricominciando una vita tutta nuova. Ora sono contenti della scelta fatta. Lui ha creato una piccola impresa di manutenzioni e lei insegna danza tipo Rumba ma fa tante altre piccole attività. I loro figli parlano anche il Galiziano. Sono felici e non sono mai più tornati in Venezuela perché non lo ritengono sicuro. Purtroppo queste decisioni comportano anche dei grandi sacrifici e con la madre di Esteban si vedono con i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione, ma non si sono più incontrati da circa venti anni. Esteban e la moglie sono stati più che cordiali e sembrava che non ci vedessimo da qualche giorno. La vita fianco a fianco in Accademia crea queste belle storie di amicizia e fratellanza che non tramontano mai. Abbiamo riso, scherzato, parlato di tutto. Adelaide é molto solare e parla con buon italiano come peraltro Esteban. Li ho invitati a venire in Sardegna che in fondo non é molto lontana da qua. Lui scrive saggi di storia navale ed é sempre molto legato all'Italiano. Tra un caffè, una birra, un eccellente pranzo in un autentico ristorante popolare galiziano che non avrei mai trovato, il tempo é purtroppo volato troppo in fretta. Adelaide e Esteban, grazie mille per la vostra cortesia, la vostra amicizia sincera, il vostro sorriso che mi hanno fatto sentire a casa. Un caro abbraccio dall'Ammiraglio in cammino











L'ombra del pellegrino

Di fianco alla cattedrale vi sono due monasteri, uno di suore e uno di monaci benedettini. Di fronte ad uno di essi c'è una specie di obelisco che di notte con le luci della strada proietta un'ombra che sembra quella di un pellegrino. La leggenda dice che anticamente tra un monaco e una suora ci fosse una storia d'amore. Il monaco e la suora si diedero appuntamento per fuggire insieme. Il monaco si traveste da pellegrino, ma la suora non venne e lui é ancora lì che aspetta.




Il Cammino di Santiago - gli incontri

Gli incontri casuali sono stati una delle caratteristiche di questo cammino. Chi più loquace, chi più silenzioso, chi ti interpellava per primo, chi era curioso della tua provenienza, chi incontravi nel letto affianco o nelle cene comunitarie. Una parola si scambiava sempre e, sopratutto si apprenderanno curiosità, segreti del cammino e informazioni utili per il prosieguo. 
Mi piacerebbe citare tutte le persone incontrate e non sarà facile perché, benché quasi tutti siano menzionati nel blog, dovrò fare un esercizio di memoria perché non mi é facile consultarlo da Santiago. 
Il primo giorno a Saont Jean de Port durante la cena comunitaria ho conosciuto Alex, Maria e Antonio. Con loro ho trascorso la prima settimana in cammino. Alex, della provincia di Vicenza é una persona apparentemente chiusa ma con un cuore grandissimo. Aveva una grande esperienza nei trekking e in passo invidiabile. Sapeva tutto su come curare tutti i malanni del cammino ed é stato per me in punto di riferimento oltre che un eccellente maestro. Lo ringrazio per la sua ampia disponibilità e pazienza. Antonio e Maria sono marito e moglie. Sono di Crema. Lei é del 46, simpatica, disponibile e una gran ammiratrice. La ringrazio per avermi fornito una crema miracolosa per alleviare il mio dolore alla gamba. Antonio, molto più giovane é un omone grande e grosso, sempre allegro e non minimamente preoccupato delle difficoltà del cammino. Mi sorprendeva perché anche nelle giornate fredde, camminava in calzoni corti. Avevano un altro passo e, con dispiacere ci siamo dovuti salutare. Li ringrazio per avermi chiamato più volte al telefono per vedere se tutto andava bene e a che punto ero. Sembrerò di loro un bel ricordo. 
A Saint Jean c'erano altre due persone che hanno formato per caso una coppia indissolubile. Mario, capo sala di Brescia appena andato in pensione e  Italo psichiatra di Grosseto di cui non ricordo il nome. Mario fin da subito avveva un ginocchio gonfio ma con pazienza é andato avanti. Lo psichiatra sembrava catapultato in un mondo che non era il suo, ma assieme, lentamente hanno proseguito. Qualcuno mi ha detto che erano rimasti un po' indietro ma che in qualche modo sono arrivati a Santiago. 
Eric, il giovane 25enne che affrontava il cammino da solo a un passo per me non sostenibile, ma che per compassione e per ascoltare le mie esperienze nel mondo del lavoro, ha camminato per alcuni giorni con me, fornendomi anche un capo di abbigliamento quando un giorno ho patito il freddo. Festeggiava in cammino la sua laurea da 110 e a Santiago lo raggiungeva la madre con cui avrebbero continuato fino a Finisterre. 
Nancy, la signora americana incontrata casualmente al ristorante perché c'era un posto dove sedersi ed ero tutto pieno. Le ho offerto di sedersi al mio tavolo ed ha molto apprezzato il gesto galante. La avevo definita settantenne e spero non abbia letto il blog perché la gaffe é notevole in quanto é nata nel 1960 e quindi non ha neanche 60 anni. Ci siamo incontrati spesso in cammino e sopratutto casualmente la sera e spesso a siamo cenato assieme ad altri. Vive a San Francisco e, all' interno di una corporate, insegna leadership. Viaggia con una valigia che la segue e dorme sempre in albergo. Il suo americano é sempre stato per me comprensibile e quindi siamo riusciti a spaziare su molteplici argomenti. Oggi é tornata a San Francisco perché il suo cane é malato. 
Herta, la signora austriaca un po' enigmatica. A volte abbiamo camminato assieme e la conversazione languiva un po' a causa del suo inglese inesistente e del mio tedesco troppo debole e dimenticato nonostante i corsi effettuati. A Leon é arrivata con un piede gonfio e mi ha chiesto di accompagnarla in ospedale perché non era in grado di esprimersi. Ne ho approfittato per chiedere informazioni anche sul mio povero piede sinistro. 
Barbara, Italo australiana, allegra, simpatica, disinvolta e dal passo tosto. Anche lei non stava in ostello e la valigia la seguiva. A Santiago la ha raggiunta il marito, un omone dal viso tipicamente anglosassone. Barbara parla ancora un eccellente italiano. A quanto sembra viaggia moltissimo e  é ancora amante dell'Italia dove viene spesso. Qualche volta mi ha aiutato a comprendere il linguaggio ostico di qualche altro australiano. 
Il gruppo bergamasco del Lago d'Iseo, allegro, coeso, aperto e ospitale nei miei confronti. Le signore pugliesi, mi ricordo il nome di Brigida che hanno fatto solo il percorso da Sarria, ma sono rimaste entusiaste della breve esperienza. 
Hilde, la psicologa olandese, allegra, frizzante e ironica...una vera olandese. Roger, inglese rubizzo che ieri mi ha chiesto quali fossero le motivazione del mio cammino. Padre Fabio, sacerdote tosto, curioso e molto preparato. 
Gli ospitaleros come Jose Luis che mi ha accolto e curato come un figlio consentendomi di proseguire il cammino in un momento di sconforto. Le giovani suore agostiniane:simpatiche, giovani, fresche, sorridenti e dotate di grande forza comunicativa. I fratelli spagnoli ospitaleros ottantenni: allegri, che cantavano le canzoni Rap e ci hanno costretto a cantare in tutte le lingue. 
Una umanità ricca e commovente con gente serena, entusiasta, sorridente, aperta, disponibile, attenta, curiosa, originale, disarmante. 
Una grande lezione di vita che porterò sempre con me. 

Un grazie a loro per l'esempio.

venerdì 7 giugno 2019