Il palazzo apparteneva alla famiglia Guzmanes, nobili che ancora oggi mantengono un rango nella corte borbonica. La loro ricchezza risale ai tempi della "reconquista", quando i re di Spagna avevano bisogno di un forte esercito che veniva assicurato dai nobili. In cambio il re assegnava a costoro parte delle terre conquistate. I Guzmanes costruirono a Leon ben quattro palazzi e questo ai primi del 900 era in rovina e la famiglia non era in grado di restaurarlo, così lo vendette alla amministrazione provinciale che lo restauró. Il cortile presenta in alto delle "garagoyl" che avevano e hanno la funzione di evitare che la pioggia inumidisca la pietra calcarea. Sotto i vetri ci sono dei fregi originali in stile plateresco. Il termine plateresco proviene dalla parola spagnola "plata" cioè argento. A quel tempo infatti si diceva che la pietra calcarea poteva essere lavorata come l'argento. La pietra calcarea in effetti é molto morbida ma si rovina facilmente a contatto con gli agenti atmosferici. All'interno della sala principale il soffitto é originale in legno. Si tratta di un piano silvestre molto resistente che a quel tempo costava una fortuna. Si chiama il legno del re, ma la famiglia se lo poteva permettere. Il quadro principale della sala rappresenta il re di Leon Alfonso V che nel 1017 consegna alla città di Leon la pergamena della costituzione. Circa 200 anni prima di quella inglese. La provincia di Leon ha 500.000 abitanti e la città 145.000. Il simbolo della città é in leone, ma il nome Leon non ha niente a che vedere con la fiera. La città venne fondata dai romani e in particolare dalla settima legione. Con il tempo il nome legione si é trasformato in Leon. Nella città, nei punti di origine romana, per terra vi sono delle forme che riproducono il calzare dei legionari romani. La patrona della città é la Virgen del Cammino. Molte ragazze hanno come nome di battesimo Cammino. Succede come nell'oristanese dove c'è la Madonna del Rimedio e molte ragazze si chiamano Rimedia.
Oreste
RispondiEliminaoggi ti sto dedicato alla penna. Non è che poi ti fa male il braccio non sei più abituato a digitare lettere sul GSM. Ti devi riposare anche mentalmente perché sono sicuro che oltre a quello che scrivi per condividerlo con noi avrai certamente il tuo quadernino nero dove scriverai un mondo fi cose.
Complimenti perché, come credo, non è tutta farina del tuo sacco quello che scrivi e sicuramente avrai dedicato del tempo per cercare quelle informazioni che ci mandi per condividerle con noi e noi ci sentiamo come quel signore con il cappello vicino a te nella foto della panchina.
Domani altra giornata dedicata alla cultura
Ciao Oreste!
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso la tua esperienza di ogni giorno nel tuo cammino verso Santiago di Compostela. Ti seguo da vicino, anche se a volte non riesco a scriverti un messaggio.
Ludwig
Spero che tutte queste tue testimonianze continuino ad essere acdessibili anche al termine della tua avventura. Google map e street view ti fanno un baffo...e non aggiungo altro trattandosi di un blog di religiosi colti e seri. È un po' come vivere questa esperienza o meglio è un modo per invogliare ad emularti. Goditi al massimo il riposo prima del cammino spirituale e fatti forza!!
RispondiEliminaOreste, come mai il tuo vicino di cammino non ha i piedi nella bacinella, come Te giorni fa ? Ti mancavano eh le battute forti ! Ah Ah
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