martedì 4 giugno 2019

Palas de Rei - Arzùa

Partenza alle ore 06.20 e arrivo alle 16.05 dopo 28.7km. Percorso molto lungo e duro che ho affrontato molto lentamente per non affaticare il piede che dopo la tappa di ieri é ancora dolorante. Tuttavia, percorrere tratti così lunghi a passo lento diventa uno stillicidio, lungo, pesante e sopratutto infinito. I primi 14km sotto la pioggia con scrosci violenti e venti di groppo. É un continuo togliere e mettere maglie e maglioni, con caldo, freddo, sudate e colpi d'aria. Si é trattata di una giornata che é nata ansiosa. Sapevo che era l'ultima tappa lunga e pesante, che sarebbe piovuto ed ero preoccupato per il piede, per il mio raffreddore e la bronchite oramai cronica e per le energie fisiche e mentali che mi rendo conto si stanno esaurendo, sopratutto le prime. Ho fatto delle soste per riposare e mangiare (male). Il verde e il bosco mi ha accompagnato per tutti questi chilometri. Ho attraversato ponti romani e medievali e ruscelli di ogni genere. Le  chiesette di campagna sembrano quelle degli elfi e si trovano sempre all'interno dei cimiteri. Percorrendo gli ultimi cinque chilometri sembrava di essere sulle montagne russe con lunghe salite molto ripide e discese che sono il toccasana per i miei piedi. Arzua é un altro di quei posti da dimenticare. I paesaggi della Galizia si sono rivelati molto belli, ma ora sono un po' stanco della campagna e certamente ritornerò nel bello ed emozionante quando entrerò a Santiago. La bellezza delle campagne mi riporta alla mente un ricordo di quando ero allievo dell'Accademia Navale ed ero di guardia in plancia sull'incrociatore Caio Duilio. L'Ufficiale in Comando di Guardia era un certo Gargiulo, persona cordiale e loquace. Eravamo in mezzo al mare ed era l'ora del tramonto. Una splendida palla di fuoco stava per sparire al di là dell'orizzonte. L'Ufficiale ci chiamò e disse: " Allievi, vedete questo tramonto, bello vero?  bellissimo. C'è  gente che pagherebbe milioni per essere qui in questo momento a godere di questa meraviglia della natura. Io, però, guaglió, nun ne pozze cchiu e nun me passa manco pa' capa dopo tanti anni per mare". Con le dovute differenze, questo può essere il mio stato d'animo. Ora il pensiero é solo a stringere i denti e riuscire nell'intento che mi ero dato. Mancano meno di 40 chilometri e domani arrivo a Pedrouzo l'Arca percorrendone altri 20.

































1 commento:

  1. Oreste,
    non mollare, arriverai stanco ma alla meta.
    Stringi i denti e non strafare, prenditi tutto il tempo che ti ci vuole, anche tre giorni...
    I paesaggi sono incantevoli ed il verde dei boschi bagnato è bellissimo cosi' come i ponti che hai attraversato.

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