Oggi trascorro l'ultima notte in cammino e questa é certamente una sensazione particolare. I dolori ci sono sempre, anche quando scrivo, ma camminare, vedere, scoprire, parlare, pensare é l'essenza di tanta fatica. Il blog continuerà ancora per le mie riflessioni finali e i ringraziamenti che sono veramente tanti e doverosi. Ora mi piacerebbe condividere qualche altro aspetto del cammino, visto che ho un po' di tempo a disposizione.
1 La freccia gialla
La freccia gialla mi ha indicato per centinaia di km il percorso da seguire. Era dipinta alla bella meglio nei punti più disparati, sui muri, sui cartelli stradali, per terra. Niente di professionale, ma solo una freccia di vernice disegnata in modo approssimativo. Se non fosse stato per la freccia non avrei saputo quale direzione prendere. In effetti quando la vedevo tornavo ad essere fiducioso sapendo che stavo andando nella direzione giusta. A volte ci sentiamo frustrati quando non troviamo la direzione giusta...forse una freccia gialla nella vita ci porta sempre aiutare
2. Lo zaino
Croce e delizia della mia schiena. Quando facevo le prove a casa non sembrava essere importante quello che mettevo nello zaino. Ora che lo ho portato sulle mie spalle, mi sono reso conto quanto pesava tutto quello che ho portato e sono consapevole del fatto che potevo fare a meno di tante cose. L'eccesso di peso non ci consente di andare avanti. Mi rendo conto che per fare il cammino bene e in allegria , basta molto meno e anche questo é un insegnamento o Lesson learnt per la nostra vita quotidiana
3. I bastoni
Ogni pellegrino ha bisogno di un aiuto per camminare, sopratutto dopo tanti chilometri. Il bastone per me é stato un sostegno fondamentale sopratutto nelle difficoltà in salita ma principalmente in discesa quando io mio piede era in difficoltà. Potrei paragonarlo all'aiuto e l'incoraggiamento ricevuto da tante persone nei momenti di difficoltà fisica e psicologica. Il cammino ti aiuta a comprendere quanta solidarietà esiste nel mondo e a capire che non si può fare tutti da soli. Il bastone è proprio questo.
4. La Conchiglia
Anticamente tutti quelli che arrivavano a E Santiago camminando, ricevevano un certificato e una conchiglia che spendevano al loro cappello o al loro mantello. Questo simbolo significava che durante il pellegrinaggio era avvenuto un cambiamento nella loro vita e che il pellegrino tornava a casa cambiato. Non so se sarà il caso mio o meno ma certamente la volontà c'è dopo aver incontrata tanta umanità solidale. Coloro che portavano la conchiglia desideravano identificarsi con uni stile di vita di servizio e di attenzione verso il prossimo
5. Cerotti, garze, creme, antinfiammatori
Vesciche, ferite, infiammazioni tendinee, distorsioni. Nessuno é esente dalle difficoltà e dai dolori nel cammino. Prima o poi il corpo risente dello sforzo, tanto che é necessario modificare il ritmo del passo o addirittura fermarsi come é successo a me a Leon. Potrebbe sembrare strano, ma secondo me, sulla base di quello che ho notato, non c'è cammino senza dolore ed anche questa é una lezione di vita. Che ci piaccia o no, ci sono e ci saranno sempre avversità più o meno serie con le quali dovremo comunque camminare.
6. Il cappello
Il cappello mi ha protetto dal sole nelle giornate infuocate della meseta. É stato un fedele compagno di viaggio. La mia zucca é pelata e luo mi ha protetto in ogni occasione, quasi come un angelo custode. Io che non porto quasi mai capelli, ho scoperto che a volte elementi che possono apparire a noi superflui o di importanza relativa, hanno viceversa un ruolo forse minore ma sempre utile e bisogna tenerne conto.
7. Le scarpe
Che lavoro che hanno svolto. Non mi hanno mai tradito, non un lamento. Polverose, sporche, logore, fangose ma sempre lì a pedalare come un asino da soma che imperterrito ubbidisce al suo padrone. Il colore verde speranza delle mie scarpe é casuale ma forse non troppo. Le scarpe simboleggiano il lavoro indefesso e paziente che occorre sempre portare avanti senza mai scoraggiarsi di fronte alla quotidianità.
Grande Oreste,
RispondiEliminapochi chilometri alla meta.
Le tue riflessioni profonde sono verissime. La tua esperienza di vita non puo' non influire su di te. Tante cose hai visto, tante cose hai sentito, tante cose hai provato che solo in questa lunghissima e quasi infinita marcia potevi trovare.
Come dissi all'inizio della tua storia ti invidio per il coraggio che hai avuto, per la tua forma fisica, per la costanza per il tuo modo di essere caparbio ed ora anche per l'esperienza che hai vissuto e che in parte hai voluto condividere con noi.
Coraggi ancora non è finita....