Partenza ore 06.35 e arrivo alle 13.30 dopo 24.5 km. Appena svegliato una bella salita per non rischiare di riaddormentarsi, poi il percorso si fa lieve. Proprio perciò non mi rendo conto che ho preso un passo piuttosto deciso e veloce senza fare le solite soste prolungate. Il risultato è che dopo 20 km il piede doleva e ho dovuto gioco forza camminare negli ultimi chilometri a passo di lumaca. Ora ho il piede sollevato e purtroppo non ho trovato ghiaccio. Il riposo fa sempre un buon effetto. Domani ho l'ultima tappa difficile, non per l'altimetria ma per la lunghezza che è di 28.7 km. Speriamo bene. L'andatura spedita era legata alla alta probabilità di rovesci di pioggia lungo il percorso e quindi cercavo di guadagnare terreno prima degli scrosci. In effetti é piovuto ma non in maniera da rendere difficoltosa la marcia. Lungo il cammino meno gente, forse perché sono partito molto presto. Il cielo nuvoloso mi ha risparmiato il caldo afoso. Un'altra caratteristica dei vari percorsi é l'incontro frequente con giganteschi trattori che rimorchiano apparecchiature di vari tipi. Ho cercato di capire a che cosa servissero, ma non ci ho capito niente. L'ostello oggi é un po' fuori mano rispetto al centro del paese. Tuttavia non é un male perché a Palas de Rei non c'è proprio niente da vedere. L'ostello é nuovo e abbastanza confortevole, anche se impersonale nel servizio. I letti sono fatti come quelli delle cabine delle navi. In questo viaggio mi sembra di essere tornato indietro nel tempo a 40 anni fa, quando dovevo far stare tutta la mia biancheria e la mia divisa in un armadietto dove in teoria non ci stava niente; avevo sempre poco tempo per le pratiche personali e nella fretta perdevo dentifrici, shampoo e capi di vestiario vari. L'unica differenza era che la biancheria veniva lavata da due persone che venivano definiti "corredisti" i quali ci facevano trovare tutta la nostra roba sul letto lavata e stirata. Qui devo fare tutto da solo. Oggi la sostanza Santiago é scesa a circa 64 km. Sembra poco, ma occorre essere pragmatici, perché c'è ancora strada da percorrere.
Tutto bello e interessante come sempre. Devo di re che mi ha colpito (soprattutto i succhi gastrici) quel piatto di gamberoni. Magari sono cucinati in modo non eccellente (non si capisce), tuttavia non nascondo l'interesse. Anche la sistemazione logistica ha un suo fascino, mi ricorda un po quella catena alberghiera giapponese con i letti ad alveoli ..... o cose del genere.
RispondiEliminaDai Oreste pragmaticamente siamo sempre piu vicini alla meta.
Oreste
RispondiEliminama tu il blog lo leggi o lo scrivi solo?
Ti abbiamo detto di non farti prendere dalla frenesia degli ultimi chilometri che poi ti svolgono i piedi
Ti abbiamo detto di non curarti della folla che poi scompariranno.
Sei alla quarta birra poi....
Il posto sembra molto interessante e le foto offrono interessanti scorci di paesaggi naturali.
Mancano tre giorni all'arrivo forse quattro non certamente due come ci resto fare tu.
Tieni duro Oreste ...pensa al viaggio e non alla meta, indipendentemente da quanto lontana o vicina sia! ��
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