Oggi ho conosciuto Padre Fabio un sacerdote dell'ordine Guanelliano, ordine a me sconosciuto. Sono andato ad ascoltarlo perché mi avevano parlato di lui. Mi dice sono che era una persona che valeva la pena di ascoltare. Si tratta di in uomo sui cinquanta anni che é stato parroco in Puglia per dieci anni e che ora dirige la comunità di cinque sacerdoti italiani qui ad Arca. Arca era il paese dove originariamente si fermavano i pellegrini per confessarsi. Il sacerdote ha un piglio molto diretto e nel suo modo di vedere molto critico rispetto a quelle che sono le motivazioni per le quali ci si mette in cammino verso Santiago. Io riporto il suo pensiero che ognuno é libero di accettare o meno. Oramai lui ha una esperienza enorme perché ha incontrato moltissime persone che transitano da Arca. A questi lui chiede quali sono le motivazioni di questo cimento. Dall'analisi delle risposte, secondo lui il 90 per cento cammina senza avere le motivazioni corrette. Vi sono due virus: il primo é che la molte persone si mettono in cammino perché depressi, perché hanno perso il lavoro, perché devono ritrovare se stessi, perché mollati da mogli o mariti. Insomma a Santiago arrivano tutti gli sfigati della terra. Ha usato proprio queste parole. Il secondo virus é che la gente percorre il cammino per dimostrare case stesso e agli altri le proprie capacità fisiche di resistenza. Quasi nessuno va a Santiago per andare sulla tomba dell'Apostolo Giacomo. Il vero senso del cammino sarebbe quello di pregare sulla tomba dell'apostolo. Esistono solo due tombe certe degli apostoli di Cristo: quella di San Pietro a Roma e quella di San Giacomo a Compostela. Ha quindi invitato i pellegrini a cercare di percorrere gli ultimi 18 km con un solo obiettivo in testa: quello di andare immediatamente alla tomba del Santo. Ha criticato la moda dei timbri sulla credenziale e la fila per ottenere la pergamena. Ha raccontato anche l'aneddoto di una pellegrina che prima di andare in cattedrale é passata a farsi dare una aggiustatina dal parrucchiere. In cattedrale si va subito, logori e sporchi. Il cammino si dovrebbe percorrere da soli, in silenzio, mangiando lo stretto necessario e senza stravizi. La prassi per il pellegrino prevede: la confessione, la comunione, l'abbraccio alla statua del santo, la preghiera per le persone non amiche e le intenzioni che anticamente erano costituite dalla richiesta di una messa per i genitori che avevano donato la vita. Ripeto infine che questa é l'espressione rispettabilissima di in uomo di fede. Ognuno é libero di farsi una propria opinione al riguardo.
Penso che lui abbia ragione. Ma forse è un po troppo duro. La verità, cme sempre sta in mezzo.
RispondiEliminaPoi ognuno avrà le sue ragioni per fare 1000 chilometri a piedi ed ogni ragione è rispettabilissima.
Non penso che chi sia andato a farsi i capelli prima di andare sulla tomba dell'apostolo si sia fatta 1000 chilometri di sofferenza... Ognuno vive l'esperienza a modo suo e nel modo che le sue prestazioni gli permetteranno.
Adesso fatti una bella dormita che domani è un giorno importante.